Rilievi Fotografici

Rilievi Fotografici

Le fotografie sono il metodo più semplice utilizzato per monitorare i ghiacciai. Seppur forniscano prevalentemente informazioni qualitative risultano estremamente utili per testimoniare la condizione del ghiacciaio in quel determinato momento e per rendere evidenti i suoi mutamenti nel tempo. SGL fin dalla sua nascita ha istituito una rete di stazioni fotografiche, alcune delle quali materializzate sul terreno da un quadrato rosso in vernice, altre semplicemente con un ometto in pietra. Ognuna è dotata di codice, quota, coordinate, focale utilizzata e categoria di importanza storico-paesaggistica. La distribuzione delle stazioni fotografiche codificate è visibile sia sul webgis SGL che sulla APP SGL. La raccolta delle immagini dei ghiacciai da parte degli operatori con la successiva archiviazione e preparazione dei confronti fotografici è curata da Riccardo Scotti.

 

In particolare le immagini vengono utilizzate con questi due obiettivi:

  • Confronto fotografico tra scatti effettuati nel medesimo punto: si cerca la posizione di scatto di una, o una serie di fotografie precedenti e si cattura l’immagine del ghiacciaio mantenendo il più possibile fisse l’inquadratura, il periodo dell’anno e l’ora di scatto; confrontando le fotografie si possono facilmente valutare le variazioni intercorse fra le due immagini sia sul ghiacciaio che nelle aree circostanti arrivando a ottenere risultati di grande impatto comunicativo grazie alla facilità di lettura e l’immediatezza delle immagini. Nel nostro archivio potete trovare tutti gli scatti più importanti frequentemente aggiornati.

Individuazione della vecchia stazione fotografica utilizzata da Giuseppe Nangeroni nel settembre 1929 per immortalare il ghiacciaio del Bondone nelle Orobie Valtellinesi. La stampa delle foto storiche è fondamentale per facilitare la collocazione il più accurata possibile del punto di scatto. 19 settembre 2015 (foto R. Scotti)

Ghiacciaio della Ventina. La “sequenza Marson” il primo confronto fotografico multitemporale di un ghiacciaio italiano (1885-1890) effettuato da Luigi Marson, assoluto precursore della glaciologia lombarda che per primo descrisse i principali ghiacciai della Valmalenco. Le immagini sono state opportunamente allineate e ritagliate per migliorare la sovrapposizione e rendere più evidenti le variazioni del ghiacciaio. Solo la prima (1895) è stata scattata da un punto più ravvicinato delle altre e non garantisce una sovrapposizione efficace. Sulla base delle misure di variazione della fronte, fra la prima e l’ultima immagine il ghiacciaio è arretrato complessivamente di 33 m compresa una piccola avanzata di 5 m fra il 1888 ed il 1889.

  • Stima della percentuale di area del ghiacciaio coperta da neve a fine stagione (AAR): da particolari stazioni fotografiche poste a distanza o ad una quota piuttosto elevata rispetto al ghiacciaio si cerca di catturare un’immagine poco prima della fine della stagione di ablazione (settembre-ottobre) in cui sia visibile chiaramente la superficie del ghiacciaio; si stima quindi la snow-line o linea della neve che a livello alpino può essere assimilata alla linea di equilibrio (Equilibrium Line Altitude – ELA) ovvero la quota alla quale il bilancio stagionale è uguale a 0. La ELA divide quindi il ghiacciaio in due porzioni, a monte l’area coperta da neve vecchia, con bilancio positivo, a valle la zona di ablazione. Si deriva così la percentuale di area del ghiacciaio coperta da neve riferibile alla stagione invernale precedente (AAR), che rappresenta un valido indice per determinare se il bilancio di massa annuale è positivo, negativo o in equilibrio. In particolare statisticamente occorre un innevamento che copra fra il 44 ed il 67 % della superficie del ghiacciaio per ottenere un bilancio di massa di equilibrio. Percentuali più alte testimoniano un bilancio positivo mentre percentuali inferiori una perdita di massa complessiva. 

Esempio di utilizzo di una foto da terra per riportare la ELA in carta (riquadro a destra) per poi calcolare l’indice AAR. La ELA teorica di equilibrio rappresenta la quota alla quale dovrebbe arrivare la neve vecchia a fine estate per garantire un bilancio annuale di equilibrio per il ghiacciaio