Ice stream

 

Fiumi di ghiaccio antartici a elevata velocità (100-500 metri/anno) nei quali si concentra il deflusso a mare, hanno profili longitudinali a debole pendenza: la loro porzione basale si trova alla temperatura di fusione, consentendone il movimento per scivolamento basale; in alcuni casi è stato accertato che il movimento è dovuto a un livello di sedimenti non consolidati e saturi d’acqua che funge da lubrificante. Si spiega così l’elevata velocità degli ice stream rispetto a quella dei ghiacci circostanti, nei quali la temperatura basale è ben al di sotto del punto di fusione e che, pertanto, risultano saldati al substrato e possono fluire solamente per lenta deformazione interna. Inoltre il comportamento dinamico degli ice stream mostra segni di una loro variabilità nel tempo per cause ancora ignote (Baroni-Antartide Terra di scienza e riserva naturale).

Nelle calotte polari dell’Antartide e della Groenlandia, lo scivolamento basale è limitato a particolari canali all’interno della massa di ghiaccio, denominati ice stream, a livello dei quali il ghiaccio scorre molto più velocemente che altrove. La differenza di velocità fra gli ice stream e il resto del ghiaccio della calotta può essere enorme. Nella calotta dell’Antartide occidentale, ice stream, larghi da venticinque a ottanta chilometri possono scorrere a velocità di sei metri al giorno, oltre duecento volte più rapidi del flusso del ghiaccio nelle altre regioni. La causa di questi ice stream non è ancora chiara sebbene sia probabile che anch’essi siano lubrificati dall’acqua di fusione. Gli ice stream sembrano sostenuti da sedimenti sciolti e fangosi che probabilmente riducono l’attrito contro il basamento: ma se tali sedimenti siano una causa del flusso veloce o una conseguenza di esso (ossia se si formino a causa dello sfregamento del ghiaccio) resta un fatto oscuro (Ball-H2O una biografia dell’acqua).